L’America di James Anderson foto Antonio Boschi

Raccontare il deserto non è cosa facile, farlo con l’eleganza e la passione di James Anderson è pura arte.
Lo scrittore di Seattle che attualmente vive a ridosso del “Four Corners” si è fatto conoscere ed amare dai lettori italiani appassionati di storie d’America con questi due volumi usciti per la NN Editore nel 2015  e 2018.

Il piatto ed arido deserto dello Utah come scenografia alle storie ed agli intrecci che vedono il camionista Ben protagonista, la statale 117 ed una serie di personaggi le cui storie si intrecciano con la dolce e disincantata ironia che James Anderson ci regala con la sua scrittura.

Dopo il debutto con il bellissimo “Il Diner nel deserto” – una sorta di avvincente “noir on the road” – tre anni dopo arriva nelle librerie italiane il secondo capitolo della Serie del Deserto intitolato  “Lullaby Road”.

Il deserto di James Anderson

James Anderson

Il deserto dello Utah è un posto dove «solo un silenzio fugace segnava il passaggio dall’estate all’inverno» e dove «esistevano solo due stagioni: una calda e ventosa, l’altra fredda e ventosa».
Non c’è nulla nel deserto, solo deserto di qua e di là da un paio di strade che l’attraversano. E su queste strade il nostro protagonista, a bordo del suo camion, non fa altro che fare avanti e indietro per far consegne a persone che hanno scelto di escludersi dalla vita reale per chiudersi in una clausura personale che difendono anche col fucile spianato.
Ecco, adesso si può capire la difficoltà nel riuscire a scrivere non uno ma ben due libri che sono due gioiellini di letteratura americana.

Due racconti R’n’R anche se è ininfluente la pochissima musica che scaturisce da un vecchio jukebox Wurlizer custodito all’interno del diner di Walt Butterfield, un personaggio che non incontreresti poi tanto volentieri e col quale solo Ben Jones, il camionista, riesce in qualche modo ad interagire.
Ma in questo deserto ci sono tante storie, tanta umanità, amore, solitudine, disperazione e gioia. Dal predicatore errante con la sua pesante croce, al medico devastato nel fisico e nel morale.

Dai cittadini che si trovano al centro commerciale per decidere le sorti di Rockmuse al poliziotto mormone in conflitto con sé stesso.

Ci sono le donne e i bambini e c’è la morte che ha quasi un altro aspetto nel deserto.

E poi c’è lui, Ben, il protagonista, un vero “cazzone” litigioso, ma con un cuore grande come il deserto, con le sue sfortune e la sua caparbietà.
Anderson ha saputo costruire un personaggio che piace a tutti, perché è reale con le debolezze e il coraggio che lo rendono così umano e vicino a noi.
Due grandi libri, e ora attendiamo il prossimo.

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