Le testate giornalistiche di settore, quelle che parlano con consapevolezza di musica di matrice americana, hanno sentenziato che l’album ‘Somewhere, Nowhere’ di Bonny Jack è un disco che merita grande attenzione da parte dei tanti appassionati di musica rock, blues e folk.
Ne abbiamo la prova scorrendo le tante riviste online che hanno dedicato a questa terza opera discografica del cantautore romano e che sintetizziamo qui sotto.
ZAMBO’S PLACE
“Si è in una dimensione pressoché acustica di blues primitivo ma le dodici canzoni hanno il vigore di trasportarci in un mondo altro, quel mondo che anni fa fu meravigliosamente esplorato dai 16 Horsepower e che Bonny Jack resuscita cantando nenie, ballate, filastrocche, canzoni che si appiccicano addosso e rendono prigionieri”.
Mauro Zambellini – Leggi tutto qui
IL POPOLO DEL BLUES
“Somewhere, Nowhere è blues? Sicuramente, ma se le domande fossero, “è folk? o è country?”, le risposte sarebbero egualmente affermative, senza tralasciare contaminazioni con il rock. Ci troviamo di fronte quindi ad un ottimo album di “americana”, che paradossalmente, pregio non di poco conto, funzionerebbe egualmente anche strumentale”.
Stefano Tognoni – Leggi tutto qui
ROOTS HIGHWAY
“Disco inevitabilmente ricco di suggestioni e mondi sonori che emergono dall’american music più arcaica, reso in una formula certamente non inedita, e che tuttava riesce a mantenere una sua personalità”.
Fabio Cerbone – Leggi tutto qui
MUSICALMIND
“Somewhere, Nowhere è molto più di una raccolta di canzoni: è una dichiarazione poetica, un atlante emotivo, una partitura silenziosa per un film immaginario. Bonny Jack ci consegna un’opera sincera destinata a diventare compagnia nei giorni in cui il tempo rallenta e il cuore cerca qualcosa a cui aggrapparsi”.
Maurizio Galli – Leggi tutto qui
MESCALINA
“… a ribadire, suoni, armonie e atmosfere di un album in cui Bonny Jack, da perfetto storyteller di frontiera ci narra la sospensione tra vita e morte, giorno e notte, perdizione e redenzione. Una scommessa sonora, vinta con un disco principalmente acustico, evocativo e ipnotico”.
Aldo Pedron – Leggi tutto qui
IL BLUES MAGAZINE
“Ora è la volta delle undici tracce di questo nuovo approdo 2025, nutrito d’un periodo “on the road again”, chilometraggio blues, se è vero che questa musica s’impara suonando, e “Somewhere, Nowhere” quello è, pur intriso dei mille rivoli a caratterizzarne il fare un po’ roots e un po’ folk, un po’ spiritual e pregno d’umori misteriosi e ancora gris gris, alla Dr. John”.
Matteo Fratti – Leggi tutto qui
THE LONG JOURNEY
“Somewhere, Nowhere è dunque un progetto maturo che conferma Bonny Jack come un autore capace di rinnovare la tradizione roots americana con la sua sensibilità, in un viaggio immersivo, autentico e intenso, che valorizza le sonorità acustiche per una profonda suggestione emotiva”.
Luca Zaninello – Leggi tutto qui
LATE FOR THE SKY
“Chi mastica di fotografia conosce la differenza tra il formato raw (ossia grezzo) ed il lezioso jpg, risultato di elaborazioni in fase di post-produzione. Ebbene, la terza prova discografica di Bonny Jack, dall’interessante titolo Somewhere, Nowhere, è assimilabile a un fotogramma sonoro in formato raw, che sappiamo essere il migliore in quanto privo di edulcorazioni”.
Donata Ricci – Leggi tutto qui
FREE ZONE
“Un disco che è un viaggio personale nell’universo sonoro dell’artista in bilico tra ambientazioni notturne, atmosfere da vecchio west ed introganti suggestioni esoteriche che caratterizzato l’anima di questo album, dove Bonny ci propone la sua visione di essere un artista capace di amalgamare sapientemente le influenze di un certo blues primitivo con la musica folk di tradizionale bianca”.
Marcello Matranga – Leggi tutto qui
REDAPOLIS
“C’è una bellezza ruvida in questo lavoro, una forza silenziosa che ti resta dentro anche quando la musica si spegne. Non è solo un album da ascoltare: è un luogo in cui tornare ogni volta che avete bisogno di perdervi per ritrovarvi”.
Luca Paoli – Leggi tutto qui
MUSIC MAP
“In definitiva, ”Somewhere, Nowhere” è un album autentico, passionale, ricco di sfumature e suggestioni. Se amate le sonorità che affondano le radici nel cuore dell’America musicale, lasciatevi trasportare da Bonny Jack: difficilmente ve ne pentirete”.
Tatiana Lucarini – Leggi tutto qui
RADIO TARANTULA
“Somewhere, Nowhere è un macramè. Tutto quello che ci trovi dentro è come fatto di corde intrecciate, annodate, è realizzato con mano competente e risoluta — mica stiamo parlando di uncinetto. È una tessitura di blues, di country, di colonne sonore di film western, di richiami grunge, forse persino di folk europeo, di echi di tante cose”.
Max Giuliani – Leggi tutto qui
BACK IN ROCK
“Con undici brani principalmente acustici che riservano non poche sorprese grazie ad una sagacia compositiva importante, “Somewhere, Nowhere” è composto di quadri dalle varie sfumature e colori, passando dalle classiche atmosfere polverose country/roots a magiche e mistiche ambientazioni folk blues in cui piano piano veniamo risucchiati nel paludoso Bayou del Delta, dove i mocassini acquatici strisciano nel fango e l’aria pesante si infittisce di leggende e tradizioni”.
Alberto Centenari – Leggi tutto qui
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