MILLE - Live al Teatro di Asparetto foto Lorenz Zadro

Il primo appuntamento musicale della stagione, sabato 22 novembre al Teatro di Asparetto di Cerea (Verona), con ospite Mille, ha fatto registrare il tutto esaurito. La dimensione intima del teatro ha esaltato l’intensità dell’evento evidenziando la capacità dell’artista di saper creare un’atmosfera magica e coinvolgente.

L’occasione è stata la presentazione del nuovo album ‘Risorgimento’ in cui Mille raccoglie quell’antico lascito per trasformarlo in un manifesto contemporaneo, colorato e allo stesso tempo ferocemente lucido. Nelle sue canzoni il risorgimento non è mai un assoluto: è una metafora di un cambiamento personale, di un nuovo cammino, di una liberazione dalle identità passate. È una promessa, appunto – ma una promessa che bisogna anche voler cogliere.

Le canzoni scivolano una dopo l’altra senza interruzioni e funzionano come piccole stanze emotive, dove Mille racconta il mondo con una sincerità disarmante, alternando ironia e malinconia, leggerezza e profondità. Risorgimento come cambiamento, ribellione, liberazione ed estasi. “Basta essere svegli al momento giusto”, sembra suggerirci, e allora la felicità – anche se piccola, anche se provvisoria – si lascia vedere.

‘RISORGIMENTO’, IL NUOVO ALBUM

La sua musica, sospesa tra pop d’autore ed eleganza cantautorale, è fatta per essere vissuta: melodie immediate, ritornelli che rimangono addosso, arrangiamenti ricercati ma mai manieristi. Dentro i testi si aprono porte e finestre su un immaginario sorprendentemente ricco: citazioni velate, riferimenti letterari e cinematografici, dettagli che rivelano una sensibilità fuori dal comune. Dall’estetica ribelle di Vivienne Westwood all’eccentricità raffinata di Raffaella Carrà, dal coraggio sperimentale di Caterina Caselli alle tinte pastello di una Roma o Milano più sognata che reale: tutto confluisce nell’universo emotivo di Mille.

In brani come “Tour Eiffel” la cantante mette in scena il suo talento più raro: trasformare l’incertezza in un luogo poetico, rendere cantabile l’ambiguità delle giornate. E quando arriva “Una Lama” con quella frase che sembra scritta per chiunque sia alla ricerca di qualcuno o qualcosa, l’immaginario si fa universale: – dice Mille – “sai che forse ho conosciuto Dio in un autogrill tra Milano e Rho”. Anche se non è vero, anche non fosse successo, è bello crederci. E a volte crederci è già metà della cura.

IL MANIFESTO DI MILLE

Ma chi è davvero Mille? All’anagrafe Elisa Pucci, cresciuta artisticamente fra chitarre elettriche, palchi indipendenti e un gusto visivo che mescola pop art e nevrosi metropolitane. Immediatamente riconoscibile, musicista, cantautrice, performer dall’identità cangiante, capace di attraversare con eleganza l’indie, il pop e la tradizione cantautorale italiana.

Il “Risorgimento” di Mille vive proprio lì, dove “la tradizione non è un culto delle ceneri, ma una custodia del fuoco”. Prende il solido passato, non rifiuta il presente, ma lo filtra – quello più fragile, rumoroso, imperfetto – e ne tira fuori una goccia di eternità. Una nota, una frase, una visione che resta.

Un atteggiamento da tener sempre presente, così forse riusciremo ad avere una nuova generazione di artisti capaci di vedere ciò che Mille vede ogni giorno: il cambiamento che accade, che sfugge, che si lascia inseguire. La promessa della rinascita.

Tags

Comments are closed