OMAGGIO A ENRICO NASCIMBENI: ARTISTA TRA MUSICA, POESIA E GIORNALISMO

Cantautore, poeta e giornalista, Enrico Nascimbeni ha lasciato un’impronta significativa nel panorama culturale del nostro paese. Con una carriera che ha attraversato musica, letteratura e stampa, Nascimbeni ha saputo raccontare con passione e profondità temi personali e sociali, offrendo attraverso le sue opere un contributo significativo alla riflessione culturale contemporanea.

di Lorenz Zadro


«Ora Enrico è un aquilone». Con queste parole viene annunciata la scomparsa del cantautore, scrittore, poeta e giornalista veronese, nato a Sanguinetto il 20 novembre 1956. Figlio di Giulio Nascimbeni, giornalista e scrittore tra le figure più rilevanti della cultura italiana del Novecento, Enrico si è spento l’11 giugno 2019 a Milano, città in cui viveva da alcuni anni, dopo mesi di lotta tra casa e ospedale a causa di complicazioni cardiache.

Definito un «artista-cronista», Enrico amava dire di aver «scelto di sbagliare», parole che ben rappresentano la sua vita ricca di umanità, fatta di amori, affetti, amicizie, poesie e canzoni.

Enrico Nascimbeni è stato una figura poliedrica, in grado di unire con maestria i ruoli di artista, giornalista, musicista e poeta, affrontando la vita nella sua piena complessità e intensità.

LA CARRIERA NEL GIORNALISMO

Enrico Nascimbeni giornalista

Laureato in Lettere Moderne e Filosofia, Nascimbeni ha condotto molteplici vite artistiche e professionali, dividendo il suo tempo tra la musica d’autore e il giornalismo. Nel campo della cronaca ha collaborato con importanti testate come Corriere della Sera, Il Giorno, L’Arena e L’Indipendente. È stato anche inviato speciale per Studio Aperto, seguendo l’inchiesta di Mani Pulite e documentando guerre e conflitti internazionali in prima persona, tra Sarajevo, Libano e Afghanistan.

Sempre in prima linea contro ogni forma di xenofobia e violenza, Enrico amava definirsi – con orgoglio e ironia – «mezzo rom, mezzo ebreo, mezzo vecchio comunista», e tanti altri “mezzi” che, sommati, facevano di lui un “tutto” unico e autentico.

LA CARRIERA NEL MONDO MUSICALE

Inizia la carriera musicale nel 1979 con l’album Maracaibo, e nel corso degli anni pubblica dieci dischi, alternando momenti di culto ad ampi riconoscimenti di pubblico e critica con i successivi Verso il Mare e Hotel Costarica. Torna nel 2002 con la pubblicazione di Le Due Anime e il punto più alto arriva nel 2003, quando riceve il Premio Tenco per il brano L’ultima Notte di un Vecchio Sporcaccione, cantato con l’amico Roberto Vecchioni. Con Uomini Sbagliati (2008) ottiene un Disco d’Oro e un Disco di Platino; Il Serpente Tonto (2010) gli vale un secondo Disco d’Oro.

Nascimbeni firma testi per molti nomi della musica italiana: da Paola Turci a Mango, da Syria a Mietta, da Marco Carta a Francesco Baccini. Traduce in italiano canzoni di Leonard Cohen, Tom Waits, Suzanne Vega e Joaquín Sabina, rivelando un talento lirico capace di attraversare culture e idiomi.

Enrico Nascimbeni dischi

LA MIA ESPERIENZA A FIANCO DI ENRICO

Era l’estate del 2010 quando lessi un messaggio sui social firmato Enrico. Diceva, con il suo solito umorismo sornione: «Chitarrista, leggi la mail, quela che t’ha cunà». In effetti, la sua email mi era sfuggita: era un invito a partecipare alle registrazioni del suo nuovo album, H, uscito nel 2011 per Penthar Music. Accettai subito, pur con qualche titubanza. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, essendo io un chitarrista più vicino a sonorità legate alla tradizione americana. Ma la stima reciproca – e la voglia di collaborare finalmente insieme – bastarono a convincermi.

Enrico, come sempre, sapeva trovare le parole giuste per metterti a tuo agio. Mi scrisse: «Femo anca un blues, che problema gh’è?!». E così fu. Registrammo nello studio che aveva allestito nella sua storica casa di Sanguinetto. Tra le tracce, una stravagante versione di Nel Blu Dipinto di Blu di Modugno, una rilettura personale di Una Sigaretta in omaggio a Fred Buscaglione e Sei Minuti all’Alba, un sentito tributo a Enzo Jannacci.

Successivamente abbiamo lavorato anche alla ristampa dell’album Hotel Costarica, uno dei suoi lavori di maggiore successo.

Non dimenticherò mai quel suo modo di “venirmi incontro”, di semplificare tutto solo per farmi sentire accolto, parte del progetto, parte del suo mondo.

I giornali lo definiscono cantautore, giornalista, scrittore e poeta. E così resterà nei miei ricordi: un artista completo, ironico, generoso, capace di rendere ogni collaborazione un incontro umano, prima ancora che musicale.

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