Campari il bitter italiano

Da oltre 150 anni il Bitter Campari è un punto fermo sugli scaffali dei bar italiani ed esteri.

La celebre bevanda alcolica è infatti gustata con grande piacere all’ora dell’aperitivo servita liscia con ghiaccio o nei tanti cocktail o long drink che lo vedono protagonista negli oltre 190 Paesi nei quali viene distribuito.

Il merito di questa invenzione va a Gaspare Campari che nel 1860 al Caffè dell’Amicizia, un piccolo bar di Novara, produce per la prima volta questo bitter, ottenuto dall’infusione di erbe amaricanti, piante aromatiche e frutta in aggiunta ad alcol, acqua e ad un colorante che gli regalerà il celebre rosso carminio.

La sede della Campari a Sesto San Giovanni

CAMPARI ARRIVA A MILANO

Pochi anni dopo Campari trasferisce l’azienda a Milano ed apre il Caffè Campari, in una posizione strategica all’angolo tra piazza Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II.

E se il bar diventava ben presto un punto fermo per la grande città lombarda è nel retrobottega che la fervida mente di Gaspare Campari continua a creare elisir che lo renderanno famoso in tutto il mondo, a partire dal Bitter all’uso d’Hollanda e il Cordiale.

Dopo la morte di Gaspare, avvenuta nel 1882, è la moglie Letizia Galli che prende in mano le redini dell’azienda per consegnarla ai figli Davide che nel 1904 aprì il primo stabilimento a Sesto San Giovanni e Guido che nel 1915 apre il Camparino, sull’angolo opposto rispetto al Caffè Campari, che annoverava tra la sua clientela illustri nomi come quelli di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Arrigo Boito e Giulio Ricordi.

CAMPARI E L’ARTE

Il marchio diventa una vera istituzione, anche sotto la spinta delle opere di artisti di fama internazionale come il futurista Fortunato Depero che disegnerà la famosa bottiglia del Campari Soda, Leonetto Cappiello che ideerà lo “Spiritello” simbolo del Bitter Campari, Hohenstein e Dudovich fino ad arrivare al 1964 con la collaborazione con Bruno Munari e nel 1984 con Federico Fellini che firma proprio per la Campari il suo primo spot televisivo.

Galleria Campari

LA SVOLTA

Sul finire del XX° Secolo inizia la svolta imprenditoriale dell’azienda con una strategia di acquisizione di altri celebri brand come quelle di Cynar (1995), Cinzano (1999), Skyy (2001), Aperol (2003), Glen Grant (2006), Wild Turkey ed Esplosion (2009), Frangelico (2010), Appleton Estate (2012), Averna e Braulio (2014), Grand Marnier (2016), Bulldog Gin (2017), diventando una vera potenza, quotata in borsa, ma capace di mantenere intatte storie ed identità dei vari marchi e prodotti.

Dal 2001 è iniziata la produzione del celebre calendario con testimonial d’eccezione, sostituito dal 2017 con la realizzazione di cortometraggi d’arte.

Oggi la storia della celebre azienda è visitabile presso la Galleria Campari a Sesto San Giovanni, nella sede del primo stabilimento aziendale.

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