Cantautore raffinato e voce storica della musica italiana, Amedeo Minghi ripercorre con noi le tappe fondamentali della sua carriera: dagli esordi nella scuola romana al successo de L’Immenso, fino al legame con la tradizione partenopea e il tributo a John Lennon. Un dialogo tra memoria, musica e ispirazione.
di Lorenz Zadro
Amedeo Minghi, nato a Roma il 12 agosto 1947, è una figura di rilievo nel panorama della musica d’autore italiana. Attivo fin dagli anni Sessanta, ha costruito nel tempo una carriera solida e articolata, distinguendosi per l’eleganza delle sue composizioni, la profondità dei testi e una sensibilità artistica fuori dal comune. Il suo repertorio annovera brani divenuti veri e propri classici, quali ‘1950’, ‘La Vita Mia’, ‘I Ricordi del Cuore’ e ‘Vattene Amore’, interpretato in duetto con Mietta, e ‘Un Uomo Venuto da Lontano’, quest’ultimo dedicato a Giovanni Paolo II.
Le sue opere, spesso intrise di lirismo e memoria, hanno saputo attraversare le generazioni, mantenendo intatto il loro valore espressivo. Con oltre cinque decenni di attività, Amedeo Minghi rappresenta una voce autorevole e riconoscibile nel contesto della canzone italiana, capace ancora oggi di emozionare e coinvolgere il pubblico con coerenza e autenticità. In questa intervista, Amedeo Minghi ci apre le porte del suo universo musicale, raccontandoci il suo percorso artistico, le sue ispirazioni e la visione che ha maturato in oltre cinquant’anni di carriera.
INTERVISTA AD AMEDEO MINGHI
In molti sarebbero curiosi di conoscere il momento decisivo in cui ha compreso che la musica sarebbe diventata la sua professione.
Ero uno degli artisti della cosiddetta scuola romana. Ricordo con affetto quel periodo: fra colleghi c’era tantissima collaborazione. Ci si mescolava, si scriveva assieme. C’era il cosiddetto ‘cenacolo’ della RCA (casa discografica), il luogo dove gli artisti venivano ad ascoltare i nuovi prodotti prima ancora che venissero pubblicati. Eravamo l’uno il pubblico dell’altro. Il loro pieno apprezzamento per ciò che componevo per me o per altri artisti è stato il principale motivo per cui non ho mai pensato di potermi fermare. E fu questo il vero inizio.
C’è un brano del suo repertorio che sente particolarmente vicino, sia sul piano musicale che professionale?
‘L’Immenso’, nel 1976 è la mia canzone più importante, quella che mi ha dato la patente di cantautore. Il successo internazionale convinse i discografici che potevo avere una carriera tutta mia, non solo come autore per altri ma, finalmente, anche per me stesso. Si stava cominciando a rivelare un’attività gratificante, ma anche un modo per mantenere la mia famiglia.
Nel suo repertorio discografico compaiono diverse canzoni in dialetto napoletano. Che rapporto ha con la tradizione musicale partenopea?
Nulla in realtà, è una cosa più che naturale anche per me che sono un cantautore nato a Roma, e sono pure cresciuto nella scuola romana. Napoli ha una storia antichissima legata al mondo della canzone e trattiene in sé uno dei più vasti repertori, tra l’altro conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Napoli ha dato il via a moltissime canzoni ricche di sentimenti e umorismo, con tutti i meccanismi tipici della Città, canzoni che non tramonteranno mai.
È un piacere sentirglielo dire: conferma pienamente quanto mi ha raccontato anche Renzo Arbore in una recente intervista.
Fa piacere anche a me! Renzo Arbore è uno dei più grandi cultori, conoscitori ed interpreti della canzone napoletana. Il grande patrimonio culturale della Canzone Napoletana dovrebbe essere riscoperto a dovere e ci darebbe lavoro per almeno un’altra vita intera. Chiunque dall’estero si affacci alla musica italiana vorrà sentire almeno una canzone napoletana. Il romanticismo delle canzoni partenopee arriva dritto al cuore, valicando ogni confine geografico.
‘E… John’, uno dei suoi ultimi brani, richiama sonorità beatlesiane ed è un omaggio all’amore tra John Lennon e Yoko Ono, nel cinquantesimo anniversario delle loro nozze. Qual è il significato profondo di questa composizione?
Da sempre canto l’amore e il rapporto magico che si stabilisce fra gli innamorati; quando amiamo, ci assomigliamo un pò tutti, cambia semmai il peso della portata storica che può aver un innamoramento rispetto ad un altro: l’amore fra Yoko e John sconvolse gli equilibri della musica pop-rock internazionale. Con ‘E… John’ ho voluto ricordare proprio legame di amore totale con le parole con cui lo stesso John Lennon descrisse il suo legame con Yoko Ono: «Il nostro rapporto è davvero di professore e allievo. Sono io che ho la notorietà, ma è lei che mi ha insegnato tutto».
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