MAURIZIO APOLLONI, LA DIDATTICA SI FA MUSICA IN ‘FLORILEGIUM’

Maurizio Apolloni raccoglie 41 anni di insegnamento musicale in un album, una raccolta di diciotto brani strumentali che nasce dall’esperienza in aula e riflette una profonda passione per la musica antica, popolare e d’autore e che affonda le radici nell’attività didattica e nella ricerca musicale. Nell’intervista, Apolloni racconta la genesi del disco, gli strumenti utilizzati e l’evoluzione del rapporto tra i giovani e la musica.

di Lorenz Zadro


Nel 2023, dopo 41 anni di insegnamento di Educazione Musicale, principalmente nelle scuole secondarie di primo grado di Terrazzo e Cerea, il professor Maurizio Apolloni ha pubblicato un album dal titolo Florilegium. Si tratta di una raccolta di diciotto brani strumentali che affondano le radici nella sua lunga esperienza didattica.

Gran parte dei brani sono trascrizioni curate dallo stesso Apolloni per le numerose classi con cui ha lavorato nel corso degli anni, in particolare nell’ambito delle attività laboratoriali.

Docente appassionato e instancabile ricercatore di musiche, strumenti e tradizioni del passato, Apolloni ha dato vita a un lavoro ricco e articolato, in cui convivono epoche, culture e generi differenti. Dalla musica antica – rinascimentale e barocca – alla canzone d’autore, fino ai repertori della tradizione popolare internazionale: Florilegium riflette pienamente la sua sensibilità musicale.

Una pubblicazione che merita di essere approfondita, a partire da alcune domande che ci aiutino a comprenderne meglio genesi e significato.


INTERVISTA A MAURIZIO APOLLONI

Maurizio Apolloni Florilegium cover album by Antonio Boschi

Ascoltando i brani di Florilegium, si ha l’impressione di trovarsi di fronte al lavoro di un intero ensemble. In realtà, ogni singola nota è suonata da te. Come si è svolta la registrazione dell’album e come sei riuscito a costruire questo effetto “collettivo” da solo?

Sono partito quasi sempre dalla chitarra classica, il mio primo strumento, alla quale da parecchi anni associo il liuto, antico e nobile strumento per la cui letteratura ho sempre avuto un profondo interesse, fin da giovane, quando ascoltavo ripetutamente i vinili degli Amazing Blondel, un gruppo folk inglese. Riguardo al fatto di aver suonato da solo tutti gli strumenti (in nessuno dei quali, ci tengo a sottolinearlo, sono un virtuoso, essendo del resto un semplice autodidatta), mi ha fatto sorridere quando ho ricevuto un messaggio dal liutaio che costruì per me una chitarra nel 1985, che mi ha fatto i complimenti per l’affiatamento del gruppo…al che gli ho risposto che ci mancherebbe se non fossi affiatato con me stesso! Infine, i brani sono stati registrati e mixati dall’amico Beppe Modena nel suo home studio che ne ha curato la produzione. La masterizzazione poi è stata eseguita al Duna Studio di Ravenna.

Quali sono gli strumenti musicali principali che hai utilizzato per dare vita ai brani di Florilegium?

Tra gli strumenti a corda ho utilizzato la chitarra classica, la chitarra acustica, il mandolino, la mandola, il dulcimer (una cetra provvista di tastiera diffusa nei paesi dell’area celtica) e il salterio ad arco (antichissimo strumento sacro). Tra gli strumenti a fiato ho utilizzato il flauto dolce, flauto traverso, il tin whistle (flauto della tradizione irlandese), l’ocarina e il chanter (la sola canna del canto della cornamusa). Infine, tra gli strumenti a percussione ho utilizzato un tamburello del Salento e un bodhràn irlandese.

Maurizio Apolloni disegni su Florilegium

Dopo 41 anni di insegnamento di Educazione Musicale, hai avuto modo di confrontarti con generazioni molto diverse tra loro. Considerata la tua naturale predisposizione alla divulgazione, come hai percepito il cambiamento nell’approccio e nell’interesse dei ragazzi verso la musica nel corso del tempo?

Nella mia lunga carriera di insegnante di Educazione Musicale nelle scuole medie ho comprensibilmente avuto migliaia di alunni. Premesso che, naturalmente, non si può essere simpatici a tutti, penso – modestia a parte – di aver avuto un’influenza positiva su parecchi di loro, prova il fatto che tuttora quelli che hanno continuato con gli studi musicali mi contattano e mi vengono a trovare. Con alcuni di loro talvolta, con grande piacere e soddisfazione da parte mia suoniamo ancora assieme. Poi loro, che sono tecnologicamente ben più esperti di me che sono un analfabeta informatico, caricano i video che produciamo su YouTube. Sempre con alcuni ex alunni, abbiamo in programma un paio di video per il prossimo Natale. Quello che certo non rimpiango dei tempi della scuola, è la deriva tecnologica da un bel po’ di tempo a questa parte, le infinite riunioni…a scapito del rapporto umano, che in questo lavoro è per me essenziale.

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