Da Sky TG24 a European Affairs, da Aska News a Il Sole 24 Ore, passando per Libero Quotidiano, Il Tempo, Paris Move, Rock’n’Blues International Magazine e via via un sacco di altre testate specializzate hanno creduto nella musica e nel messaggio ‘overground blues’ dei Sacromud in questo frullato musicale che amalgama soul, blues, roots music, con il rock, il pop e r’n’b, particolarmente gradito anche da tantissime emittenti radiofoniche che hanno trasmesso nei loro palinsesti i brani di questo ‘Sacromud sound’, annunciato persino come ‘disco dell’anno 2022’ nella classifica del critico musicale Antonio Bacciocchi di Radio Coop.
Per chiudere in bellezza l’anno della consacrazione, i Sacromud pubblicano il nuovo videoclip di ‘Exodus’, brano estratto dal nuovo album, dove conficcano la bandiera della propria musica nel sacro fango dei diritti umani. Per i Sacromud la migrazione è un diritto dell’uomo e l’accoglienza doverosa umanità, e così presentano il nuovo brano: «Exodus è un omaggio a tutte le persone in movimento sopra un pianeta in movimento, è dedicato ai popoli nativi e ai popoli deportati, vittime dello stesso assassino, è il pulsare accelerato di popoli in fuga da guerre e oppressioni, è il cuore che batte contro ogni tipo di discriminazione, è il ponte arcobaleno tra le persone, qualsiasi esse siano.»
Il videoclip è stato realizzato mettendo a confronto due arti antiche e una macchina contemporanea. Le arti antiche sono la musica, quella dei Sacromud, appunto, e l’arte visiva dell’artista e pittore Andrea Grosso Ciponte. La macchina moderna è la controversa e discussa A.I. – artificial intelligence – l’intelligenza artificiale.
Quest’ultima, controllata sempre da Andrea Ciponte, fa da tramite tra Exodus e la visionaria percezione del pittore; l’animazione del video è un trepidante alternarsi di suggestioni che si autogenerano, compenetrano e uccidono a vicenda.
CHI SONO I SACROMUD
I Sacromud sono gli interpreti del ‘sacro fango’ dell’oggi. Nati da un’idea del chitarrista-compositore Maurizio Pugno, proseguono la sua traiettoria tracciata in oltre 35 anni di tour e dischi e generano, attorno alla vocalità calda e graffiante di Raffo Barbi, una vera e propria fabbrica di suggestioni o meglio, quello che loro chiamano overground blues. Il quintetto, completato da Franz Piombino (basso), Alex Fiorucci (tastiere) e Riccardo Fiorucci (batteria) costruisce una suite musicale dentro alla quale si muove la narrazione stessa oltre che il soul, la roots music, il blues, il rock, l’r&b, il pop ecc., frullati assieme ai suoni delle contraddizioni dei nostri giorni.
Ufficio Stampa A-Z Press
Lorenz Zadro lorenz@a-zpress.com
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